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LA CAMPAGNE DE CICERON Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 23 marzo 1990
 
di Jacques Davila, con Toni Marshall, Sabine Haudepin (Francia, 1989)
"Incorniciato dallo splendido paesaggio delle Corbières, dalla parti di Carcassona, questo terzo film (ma in vent'anni) di Davila è quello che gli specialisti vi definiranno un cruciverba amoroso di genere rohmeriano.

Ed Eric Rohmer, puntualmente (o, più maliziosamente, inevitabilmente, conoscendo le consuetudini di copinage che governano i nazionalismo cinematografi) cauziona con una sua lettera l'uscita del film: "Alla proiezione del vostro film ho assistito con la medesima emozione provata, nel 1946, per LES DAMES DU BOIS DE BOULOGNE. Così come quello di Bresson è stato il film-faro degli anni cinquanta, sono convinto che LA CAMPAGNE DE CICERON sarà quello degli anni novanta. D'un solo colpo lei riesce a sbarazzarsi dell'estetica alla moda negli anni 70-80: quell'espressionismo, quella teatralità fraintesa per stile, quel culto della foto pubblicitaria qui nulla aveva da che spartire con l'arte pittorica, quella povertà della narrazione e del dialogo che celava non certo non so qual modernismo, ma la pura e semplice impotenza (...)".

Se non fosse perché dubitiamo della lucidità critica dei grandi creatori (spesso troppo chiusi - giustamente del tutto immersi in una propria incondizionata visione poetica) non ci permetteremmo di dissentire dall'opinione di uno dei più grandi eredi di Marivaux nel nostro secolo.

Ma proprio tutto ciò che fa grande il cinema di Rohmer - e proprio nel suo rifiuto non solo di una teatralità post-bressoniana, ma di un cinema che pur ricercando i suoi significati nella grazia della costruzione formale non si disgiunge mai da una testimonianza autentica della vita, sembra mancare a quello di Davila. Non certo nell'ambizione della qualità dei dialoghi, o nella volontà d'inserire il suo racconto nel rigore di un paesaggio: ma nella capacità d'inserire il tutto in uno schema rivitalizzante, che sappia ridare al quotidiano il lustro festivo della celebrazione. O l'humour a delle situazioni, dei dialoghi, dei personaggi letterari.

Della vita, in poche parole, della poesia ad un prodotto dell'intelletto che sarà anche valido: ma fuori da un contesto del genere."


   Il film in Internet (Google)

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